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venerdì 31 ottobre 2014

Testimonianza di suor Maria di Gesù

Ho professato solennemente nel Carmelo di Ostuni (BR) l'8 maggio 2008, giorno del Santo Rosario. Con questo a t t o sono definitivamente incardinata nella vita religiosa della mia Comunità claustrale all'interno della Chiesa locale e di quella Universale. Diverse considerazioni mi vengono in mente per parlare di questa scelta appena compiuta ma a monte di tutto c'è l'esperienza dell'Amore di Dio. Sentirsi amati da Dio è la scoperta più totalizzante che si possa fare ed è offerta a tutti, non solo a chi come me ha fatto una scelta di consacrazione religiosa. Questo aspetto personale e "verticale" dell'Amore di Dio, va però di pari passo con quello "orizzontale". Non ci si fa religiosa solo per sé stessa perché in Dio si scopre di essere un tutt'uno con ogni altra creatura vicina e lontana di questo mondo. Questo è uno degli stimoli che mi hanno guidata prima di entrare al Carmelo: la consapevolezza di non poter essere egoisticamente felice finché al mondo uno solo dei miei fratelli e sorelle patisce ingiustizia. Il Carisma Carmelitano è il "culto della Presenza di Dio": vivere in ossequio di Gesù Cristo significa permettergli di essere presente con il Suo modo di essere e di fare (il Vangelo), nella nostra vita personale e quella comunitaria attraverso il silenzio, la meditazione della Sua Parola, la povertà di spirito, l'amore alla Verità e all'essenziale. I n questo senso, penso sia un Carisma quanto mai attuale specialmente per i nostri tempi che sembrano rifuggire ciecamente Dio e la Luce del Suo Vangelo che solo, può dare al mondo la pace così necessaria. Parlavo di povertà di spirito così come il proclama delle Beatitudini evangeliche ci insegnano ma non dimentichiamo che il Modello primo di queste, il Povero per eccellenza è Gesù Cristo, Via, Verità e Vita di ogni uomo nonché di una carmelitana che intenda spendere la sua vita in autenticità e pienezza. Certo tutti questi valori e ideali che ho elencato sembrano un po' troppi per delle piccole vite senza pretese come sono le nostre. Guardando a Maria nostra Sorella, vediamo che non bisogna sentire come ostacolo la nostra umanità perché essere santi è diventare sempre più umani non il contrario: la monaca carmelitana non è colei che gode di soffrire ma colei che impara a portare il dolore con pace perché si sforza di dare a Dio il giusto posto, il primo. Questo è un cammino di libertà che ha bisogno di continuo aiuto. Da parte della Grazia, da parte di Maria SS. che non ho difficoltà a considerare mia vera Madre e Provveditrice. Da p arte dei santi, di santa Teresa di Gesù Bambino che con la sua "ordinarietà" ci mostra tutta la bellezza e insieme la grandezza di un cammino di donazione fatto nella semplicità e nella piccolezza della propria umanità. La preghiera del Rosario che non è solo una pratica devozionale ma uno stare con Gesù attraverso la mediazione di Sua Madre e il ricordo dei principali eventi del Vangelo, mi ha dato sempre la sensazione di essere "legata irrimediabilmente" a Dio e alla vita eterna. E di questo rendo grazie a Dio e lo auguro a tutti voi.